C’è analogia tra cervello umano e computer?
Chi dei due ha la supremazia?
Lo studio del cervello ci ha dimostrato
che la CPU intellettiva è rappresentata dai neuroni, cellule che raccolgono, elaborano
e trasferiscono chimicamente ed elettricamente informazioni.
Potremmo dire, quindi, che il funzionamento
del cervello è come quello di un computer, il quale, attraverso i megabyte, è
in grado di sintetizzare rapidamente i risultati.
Ma è questa la spiegazione alla quale
possiamo attenerci? Possiamo pensare al cervello in maniera così rigida?
Possiamo ‘virtualizzare’ tutto?
In futuro cosa diventeremo? Cosa faremo? E
i sentimenti? Resteranno tali, o saranno anch’essi ‘virtualizzati’?
Chi di noi non ha mai immaginato, come nei racconti di fantascienza, che un computer possa sostituire il nostro cervello?
Chi di noi non ha mai immaginato, come nei racconti di fantascienza, che un computer possa sostituire il nostro cervello?
Un gruppo di ricercatori ha condotto un esperimento: ha fatto elaborare ad un computer di ultima generazione una grande mole di dati. ebbene, per svolgere il lavoro che un cervello umano con 1.73 miliardi di cellule nervose e 10.400 miliardi di sinapsi ha fatto in un solo secondo ci sono voluti 82.944 processori e un petabyte di memoria (petabyte = 10 elevato alla 15 byte)
Ma il computer è riuscito ad elaborare in 40 minuti!
E pensare che la parte di cervello coinvolta nell'esperimento era solo dell' per cento!!
Ragazzi, siamo ancora lontani dalle meravigliose performances del nostro cervello!!
E, inoltre, il computer potrà forse un giorno eguagliare la potenza di calcolo ma non potrà eguagliare mai tutto il resto!
E la fantasia, la creatività? Dove le
mettiamo?
Oggi si tende a rapportare tutto ai
computer ed al loro mondo ma il cervello è molto più complesso di qualunque
macchina.
E inoltre la corsa eccessiva della
tecnologia che ci circonda ci sta portando verso dei "mostri" che non
sviluppano legami sociali corretti e fantasie creative.
Spesso ci si nasconde dietro
lo schermo del PC e si intrattengono con gli ‘amici’ relazioni sempre più
strane. Forse perché dal vivo sarebbe tutto più complesso? Più coinvolgente? E
noi non resistiamo più a rapporti reali?
Di certo l’uso delle tecnologie è sempre
più importante per lo studio e per il lavoro ma il loro abuso è certamente controproducente,
una nota stonata nella voce del progresso.
Ricordiamoci che il nostro cervello è sempre ineguagliabile e che esso elabora attraverso
reazioni e sensazioni i diversi risultati in relazione a ciò che sperimenta con passione.
Anna VANNELLI e Francesca AMATO
(Liceo C. Urbani)