mercoledì 15 gennaio 2014

INCENERITORI, QUALE FUTURO?...... la situazione

Un po’ di notizie


Nell’ambito delle procedure e delle tecniche di smaltimento dei rifiuti, l’incenerimento degli stessi è un’opzione sempre più considerata e sempre più controversa.

L’inceneritore è un impianto che mediante un processo di combustione ad alta temperatura letteralmente “incenerisce” i rifiuti ad esso conferiti, lasciando come residui ceneri, polveri sottili ed effluente gassoso. In genere negli impianti più moderni, detti anche termovalorizzatori, il calore prodotto dalla combustione viene recuperato per produrre vapore,  poi utilizzato per produrre elettricità o come vettore di calore per il teleriscaldamento. 

Va detto che solo i rifiuti solidi urbani (RSU) e alcune categorie di rifiuti speciali sono trattabili per il successivo incenerimento; il trattamento consiste nell’eliminazione della frazione umida e dei materiali non combustibili (vetro, metalli, inerti), con successiva compressione per ottenere le cosiddette “ecoballe” (combustibile derivato dai rifiuti CDR ).

Gli inceneritori si differenziano principalmente per la tecnologia adoperata per la camera di combustione primaria (il forno “a griglie” è quello più usato negli impianti per lo smaltimento RSU) , la capacità di incenerimento (sia per quantità che per qualità dei rifiuti) e per il sistema di filtraggio dei fumi (per ridurre il contenuto di particolato e sostanze chimiche inquinanti).

Le ceneri prodotte da questi impianti, in alcuni casi, possono essere parzialmente riciclate o riusate (asfalti, calcestruzzo) ma la gran parte di esse deve essere smaltita in discariche per rifiuti speciali, insieme alle polveri fini (circa il 4% del peso del rifiuto in ingresso) intercettate dai sistemi di filtrazione.


Il vantaggio nell’uso degli inceneritori è chiaramente di ridurre il volume, del 95-96%, dei rifiuti conferiti in discarica, in un’epoca in cui è sempre più difficile trovare zone adatte alla costruzione di queste ultime a causa del loro altissimo impatto ambientale. 

Al 2012 erano attivi in Italia 49  impianti di incenerimento e svariati altri sono in costruzione o in progettazione, i più grandi dei quali in grado di  trattare centinaia di migliaia di tonnellate all’anno. In Europa gli impianti sono oltre cinquecento, ma la situazione è eterogenea, con i paesi del centro-nord Europa con percentuali di incenerimento molto alte (in Svizzera 100%); addirittura  in certi casi sono presenti inceneritori nel cuore delle città, vedi Vienna (in figura) o Malmö.
Ovviamente la quantità di rifiuti conferita agli inceneritori dipende anche dalla capacità di riciclaggio e compostaggio, oltre alle abitudini di consumo.



Sotto - Il cosiddetto ‘termovalorizzatore' di ACERRA in Campania.














                                          A destra in basso  Immagini di una discarica















MA...   ci sono dei GROSSI  PROBLEMI!

UN PRIMO PROBLEMA: questi impianti hanno tempi di ammortamento decennali, disincentivando di fatto il progresso della raccolta differenziata e le strategie “rifiuti zero”.

UN SECONDO PROBLEMA: il pesante impatto ambientale che si evidenzia principalmente sotto forma di particolato e nanoparticelle, che non riescono ad essere trattenute dai sistemi di filtrazione.

UN TERZO PROBLEMA: le cosiddette “ecoballe” non sono così ecologiche, come si è verificato, ad esempio, in Campania.

Di questi TRE PROBLEMI ci occuperemo nel post successivo.

Nel frattempo vi invitiamo ad intervenire VENERDI’ 24 gennaio 
nella Biblioteca Comunale di S. Giorgio a Cremano   alle ore 18.00.

Saranno con noi 

Stefano MONTANARI
ricercatore di NANODIAGNOSTICS,  esperto di patologie causate da nanoparticelle. 

(da Modena via Skype)

Ha interpretato se stesso in 'Checosamanca' (2006), regia M. Berrini e M. Parenti, prodotto da RAI Cinema e Feltrinelli e 'Sporchi da morire' (expcted) (2009), regia di Marco Carlucci. 
Nel film interviste, filmati, esclusivi reportage in giro per il mondo, tra Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Austria.

Alessandro IACUELLI  fisico,  esperto di rifiuti speciali, autore del saggio: “Le vie infinite dei rifiuti” edito nel 2007 e nato da una ricerca durata anni.

Vive in Campania, scrive per la testata giornalistica Altrenotizie Con il suo fondamentale contributo è stato girato il documentario ‘Affari Sporchi’ di Carmen Butta che tratta del traffico illecito di rifiuti tossici in Campania. Il documentario, in tedesco, prodotto da ART  e ZDF è andato in onda in Francia e in Germania nel 2010 ed ora, finalmente, è stato sottotitolato in Italiano.






Simona BASSANO di Tufillo in arte SBADITUF,  fumettista e saggista.

Per Donzelli ha pubblicato il saggio "Piccola Storia dei Peanuts" (2010) in cui ha messo in luce il rivoluzionario aspetto ecologico. 

Tra i fumetti: "Burka!" con Jamila Mujahed (Donzelli, 2007), tradotto in Francia con il titolo "BURQA!" (La Martinière, 2008); "STAR TRASH - sacchetti in mondovisione" sull’emergenza ambientale in Campania (Lavieri, 2008).


(Giuseppe Testa - Associazione ALTANUR)

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